Pubblichiamo la Lettera che i giovani volontari che hanno vissuto l’esperienza del Servizio Civile Universale nella Piccola Casa di Trentola-Ducenta, nell’anno 2024-2025, hanno scritto alla Famiglia Cottolenghina.
Carissima Famiglia Cottolenghina,
scrivere le battute di un’esperienza così intensa non è mai facile, specie scegliere le parole che bisognerebbe utilizzare per contenere un’esperienza così ricca di avvenimenti, di persone, di cura e di crescita. Forse è proprio in questo momento che risuonano le parole di una delle operatrici di questa grande famiglia, che all’inizio di questo lungo viaggio ci disse “vi riscoprirete come un mazzo di rose rosse, ognuna con le sue spine, e vi accorgerete poi di come il Cottolengo vi cambi la vita”.
Cambiare la vita, ciascuno a modo proprio esitava nel credere a un’evoluzione così radicale. Insomma, un gruppo di piccoli adulti che entra in una realtà così complessa, in che modo e attraverso quali esperienze sarebbe mai potuto uscirne cambiato?
Ad oggi, forse è più chiaro il senso a cui quelle parole si riferivano. Un significato come un piccolo mosaico, la cui costruzione in piccoli frammenti di vetro, curato e levigato, si è sviluppata giorno dopo giorno. La famiglia cottolenghina ci ha aperti ad un orizzonte esperienziale mai sperimentato, e che tutti dovrebbero avere modo di vivere.
Abbiamo gattonato nell’imparare a leggere il sorriso negli occhi di chi aveva da offrirsi a noi nella sua nudità, col proprio corpo e le proprie fragilità. Gli ospiti, disarmati da ogni forma di preconcetto, che si sono offerti a noi, spiegandoci che “vivere non è solo desiderare altro da sé”, che la ricchezza sta nella partecipazione di anima e corpo nel presente. Imparare, quindi, a disancorarsi da un futuro di continue pretese e bisogni impellenti, come quello a cui quotidianamente siamo esposti, per aprire le braccia a un “affetto umano”, non preconfezionato e artificiale.
Un percorso così ricco, nel quale siamo stati affiancati da operatori pronti ad ascoltarci, a lasciarci sbagliare per poi ricostruire insieme, un vaso le cui crepe vengono risanate con limature dorate, perché al Cottolengo nessuno è escluso, o resta in disparte. Noi tutti ci siamo sentiti parte di questa grande famiglia, contribuendo, ciascuno a proprio modo, alla serenità dei maestri più saggi, i nostri ospiti.
Grazie per tutti i momenti in cui i nostri animi hanno vacillato, in cui i nostri vissuti s’interponevano tra l’ “essere qui ed ora” e l’ “essere altrove”. Grazie per il modo in cui c’avete carezzato, indicandoci la strada, senza imperare sulla direzione che ciascuno di noi avrebbe scelto di prendere.
Grazie per averci dato la possibilità di sentirci protagonisti, affiancando i nostri ospiti, nelle diverse attività ed eventi che, con cura e dedizione, la direzione e gli operatori hanno reso realtà.
Grazie per le critiche, costruttive e mature, che hanno definito i confini entro cui poter crescere.
Grazie ad ognuno di voi, per averci amati come fossimo stati qui da una vita intera, perché in fondo ciascuno di voi è un pezzo di questa lunga vita: che sia benedetto il progetto del nostro Santo, San Giuseppe Cottolengo, la cui opera ha restituito dignità a molte vite e ad altre ha contribuito a fornirne un nuovo senso.
Grazie a tutti coloro che hanno fatto parte del nostro cammino e che sono stati chiamati a vivere una nuova vita. Grazie ad Angelina, a Maria Rosaria, a Vincenzo, alle sue sigarette, e ai pezzi della sua vita a cui lasciava andare il pensiero. Fremeva il suo desiderio di raccontarsi, per riscoprirsi intero negli occhi di ciascuno di noi. Grazie per le battute che ci hai regalato, per quel tuo voler sembrare distante per poi renderti vulnerabile nei “grazie”, che non mancavi mai di pronunciare ogni volta. Grazie per l’uomo che sei stato e per la tua anima delicata che hai voluto condividere ad occhi attenti. Speriamo, che nella tua nuova vita, ci sia qualcuno che abbia preso il nostro posto e che un piccolo angolo fumatori possa comunque esserci!
Grazie a Suor Monica, per essere stata parte di noi, nonostante il ruolo e le responsabilità ricoperte. Per la bontà di ogni suo gesto e la sincerità di ogni parola detta, per aver riso insieme a noi ed averci sostenuti, credendo in noi ancor prima che ci credessimo noi stessi.
Grazie a tutti voi, per averci amati come fossimo vostri figli e fratelli. Per averci dato più di quanto una vita intera serva a restituire.
I giovani del Servizio Civile Universale dell’anno 2024/2025
I giovani volontari del Servizio Civile Universale nella Festa della Beata Vergine di Fatima
Dal gruppo del Servizio Civile Universale in servizio presso la Piccola Casa di Trentola-Ducenta nell’anno 2024-2025.
Carissimi Ospiti, Operatori, Direttrice, Superiora, Direzione e tutto il personale della Piccola Casa,
è un piacere avervi qui con noi in questo momento di condivisione, a breve varcherà da quella porta l’emblema, il simbolo che maggiormente incarna i valori della fragilità, dell’umiltà e dello splendore della Provvidenza.
È con cuore riconoscente e commosso che, giunti al termine del nostro anno di Servizio Civile, desideriamo affidarci insieme a voi alla materna protezione della Beata Vergine di Fatima.
Maria, apparsa a Fatima nel 1917, si è rivelata ai piccoli e agli umili, portando un messaggio di speranza, di conversione e di amore. In Lei riconosciamo una Madre che consola, che guida e che accompagna ciascuno nel proprio cammino, specialmente nei momenti più fragili e difficili.
Abbiamo avuto la grazia, in questi mesi, di vivere da vicino lo spirito di questa Casa fondata sulla Provvidenza: un luogo in cui ogni persona è accolta nella sua unicità, un luogo dove si impara a servire nel silenzio, nella semplicità e nella carità. In questo cammino abbiamo ricevuto molto più di quanto abbiamo dato: dai sorrisi degli ospiti, dalla dedizione degli operatori, dalla discrezione orante delle suore, dalla cura vigile della Direzione, e dalla presenza amorevole di voi tutti.
È per noi significativo concludere questo servizio presentando la figura della Vergine di Fatima, modello di fede, ascolto e di totale affidamento a Dio. Lei ci insegna a guardare con fiducia il futuro, ad amare con tenerezza chi ci sta accanto e a custodire la pace nei cuori.
Con questa presentazione desideriamo ringraziarvi profondamente per la fiducia, per l’esempio, per ogni gesto condiviso in questo anno che ha lasciato in noi un segno profondo. E oggi abbiamo dato a voi un ricordo che rimarrà per sempre in questa casa e in ciascuno di noi.
Adesso passerò la parola a Don Antonio, e insieme ci stringeremo nella preghiera attorno a Maria, affidandole le nostre vite, i nostri sogni e questo luogo così prezioso che ci ha accolti.
Deo gratias!
Con affetto, stima e riconoscenza,
i Volontari del Servizio Civile Universale dell’anno 2024/2025
Di seguito alcune immagini della Festa della Madonna di Fatima alla Piccola Casa di Trentola-Ducenta con i giovani del Servizio Civile Universale dell’anno 2024-2025: