Nel servizio rivolto alle persone disabili nella Piccola Casa si cerca di vedere una delle eredità più belle del Fondatore: il Cottolengo chiamava “buoni figli” e “buone figlie” i disabili intellettivi, prediligeva le persone colpite da handicap più grave, le chiamava “perle”, intendendo con ciò affermare che, più la persona era limitata dal deficit intellettivo, fisico e sensoriale, più diveniva realtà preziosa, da amare, da mettere al centro delle cure e delle attenzioni, e per questo da prediligere tra le altre.
I servizi per le persone disabili sono caratterizzati, nella Casa Madre di Torino e in tutte le Case Succursali, da un approccio globale alla persona, mediante una progettualità socio-assistenziale, educativa, riabilitativa e pastorale.
L’organizzazione del servizio ha il suo obiettivo specifico nella “centralità della persona disabile” che si traduce nella formulazione e nell’attuazione del Progetto individuale.
È un eredità specifica del Cottolengo che dà impulso alla vita della persona disabile recuperando le sue funzioni, riabilitandole, promuovendole, favorendo creatività ed espressività.