Le Case di Assistenza della Piccola Casa operano secondo il modello di gestione condiviso e partecipato.

Tale scelta è estremamente importante perché caratterizzante il nostro servizio ai poveri. Le motivazioni che la sostengono trovano le loro radici nella spiritualità cottolenghina, nel rispetto della centralità della persona, nonché nella volontà di creare un ambiente di collaborazione familiare in cui tutti si sentano riconosciuti e accolti. Per raggiungere questo scopo è richiesta la collaborazione responsabile di tutti coloro che operano nella Casa.

Il modello di gestione partecipato e condiviso trova anche riscontro nell’etica professionale, nella prassi operativa e ancora nelle odierne politiche sociali espresse nelle normative delle Regioni in cui operiamo.

Ciò che, molto sinteticamente, caratterizza il modello di gestione partecipato e condiviso è la modalità secondo la quale le decisioni di tipo gestionale (fatte salve alcune che attengono all’appartenenza alla Piccola Casa e quindi alle sue scelte di fondo e fatte salve quelle di tipo tecnico in senso stretto) non sono frutto della volontà di una persona (anche se si tratta della Direttrice o del Direttore) ma vengono elaborate con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nei problemi, e che dovranno rendere operative poi le decisioni finali, secondo un orientamento che eviti l’autoreferenzialità del singolo e del gruppo.

Questa scelta evidenzia che la vita della Casa non dipende unicamente da “atti” posti in essere su indicazione dei responsabili, ma da “processi” che coinvolgono tutti i soggetti interessati, compresi i destinatari finali, e cioè gli ospiti che vivono nella Casa.

Tutti sono chiamati a non compiere serie di “atti” ma a comportarsi in modo che ci sia la garanzia del raggiungimento degli “obiettivi”, che si concretizzano nello “star bene” delle persone (tutte). Il modello partecipato ha la caratteristica di non accumulare tutto il potere decisionale nelle mani di una sola persona, ma di distribuirlo ai vari livelli dell’organizzazione. Sono soggetti che in questo modello diventano titolari di responsabilità in un settore specifico di attività che governano in modo partecipato condividendo anche decisioni che riguardano il personale e di cui rispondono.

Nella misura in cui i soggetti coinvolti dovranno dare pareri sullo svolgimento della vita della Casa, suggerire azioni da intraprendere e prenderanno parte al formarsi delle decisioni finali, si sentiranno maggiormente responsabilizzati e parteciperanno con maggiore senso di appartenenza allo spirito cottolenghino.

Il vertice di ogni livello dell’organizzazione dovrà poter decidere (nell’ambito delle competenze attribuite) e dovrà quindi “rispondere” del proprio operato, nei momenti programmati di verifica dei risultati raggiunti. Il modello di gestione partecipata modifica anche il sistema di comunicazioni interne che dovrà diventare fluido e anch’esso partecipato, basato su reciproci scambi di fiducia.